lunedì 26 agosto 2019

SEGA CIRCOLARE TAGLIATRONCHI ELETTRICA

 

SEGA CIRCOLARE TAGLIATRONCHI ELETTRICA: USI E FUNZIONALITÀ

La sega circolare tagliatronchi elettrica rientra a far parte di quegli strumenti indispensabili nelle importanti opere di giardinaggio.
Rispetto al classico seghetto, questo elettroutensile promette un taglio più potente, arrivando a recidere anche tronchi di notevole spessore.
La sega tagliatronchi elettrica trova la propria collocazione ideale specialmente negli spazi aperti o, più in generale, laddove si richieda necessario il taglio di grossi pezzi di legno senza poter raggiungere una sega da banco.
Vediamo insieme le sue caratteristiche principali e quali aspetti considerare in fase di acquisto.

La sega tagliatronchi: a cosa serve?

La sega circolare elettrica tagliatronchi è ampiamente utilizzata per tre fattori principali:
  1. evoluta sicurezza: la lama rotante entra in contatto solo con il tronco e la struttura d’acciaio garantisce un’estrema robustezza e stabilità;
  2. facilità d’uso: impugnature e misuratore della lunghezza di taglio con guida, facilitano il compito dell’operatore;
  3. efficienza di taglio: con motori che possono arrivare a 400 V e 1400 giri/min si arriva a una capacità di taglio massima di 250 mm.
Progettata specificatamente per gli ambienti esterni, non avendo bisogno di alcuna protezione contro gli agenti atmosferici, garantisce una qualità del taglio molto più elevata rispetto a quella che offre un seghetto tradizionale.
Grazie alle seghe circolari tagliatronchi è possibile lavorare con facilità la legna da ardere e recidere steli e rami di notevole spessore.

La sega tagliatronchi: come si compone?

Conoscere le parti che compongono una sega circolare è di fondamentale importanza per capire le caratteristiche di cui abbiamo bisogno per effettuare i nostri lavori di giardinaggio.
Gli elementi che costituiscono una sega circolare sono sostanzialmente tre:
  • il telaio,
  • il motore (con i relativi organi di trasmissione),
  • il gruppo di taglio, costituito dalla lama e dalle flange di fissaggio.
Il telaio in acciaio costituisce la struttura portante della macchina ed è incaricato di mantenere uniti gli elementi che costituiscono la macchina, conferendole stabilità.
Il motore, collegato agli organi di trasmissione e di comando, è alimentato elettricamente e mette in moto la rotazione del disco tramite una cinghia di trasmissione o in presa diretta, con l’albero del disco.
La lama circolare, generalmente in acciaio, è montata su una struttura che la mantiene perpendicolare al piano di taglio. La lama può avere un numero di denti variabile, a seconda che sia specifica per il taglio del legno, del pvc o di un altro materiale.
I diametri della lama circolare possono variare da un minimo di 30 a un massimo di 70 cm e il montaggio della lama è assicurato da idonee flange di fissaggio.

La sega tagliatronchi: come sceglierla?

Esistono una serie di caratteristiche che dovrai tenere bene in considerazione durante la scelta e l’acquisto di una sega tagliatronchi. Siccome in commercio ne esistono di tante varietà, dovrai capire quale si adatta meglio ai tuoi scopi specifici.
La potenza è uno dei primi dati che devi considerare in fase di acquisto.
A seconda che ti approcci al giardinaggio a livello hobbistico o professionale, le potenze richieste possono essere anche molto diverse:  una sega tagliatronchi da 5000 W è in grado di svolgere perfettamente la parte dei lavori di taglio che dovrai affrontare.
Anche la dimensione della lama da taglio è fondamentale: a seconda delle dimensioni dei pezzi di legno da tagliare, si può optare per una lama più o meno grande, che può arrivare ad avere diametri dell’ordine dei 700 mm.
Infine, è di estrema importanza che l’operatore svolga il lavoro in totale sicurezza e comodità. Pertanto, è opportuno scegliere una sega circolare che abbia un’altezza e un’impugnatura tali da metterlo in queste condizioni.

Tagliatronchi basculante elettrica  ZI-WP700TN

SEGA CIRCOLARE PER LEGNA DA ARDERE ZI-WP700TN


      

Proprietà meccaniche del legno | Guida illustrata

Tra tutti i legnami esistenti, sono sfruttati industrialmente solo quelli più “lavorabili”, che permettono di ottenere il manufatto finale con un impiego di energia ridotto e pochi scarti.

La lavorabilità del legno è legata al modo in cui il tagliente asporta il truciolo e alle proprietà meccaniche del legno. Il tagliente deve essere il più possibile affilato per penetrare e separare le fibre, più piccola è l’area di ripartizione della forza (filo del tagliente), maggiore è la pressione applicata nel punto di separazione e, quindi, più netta è l’asportazione del truciolo. Gli angoli di taglio sono altrettanto importanti, dato che con angoli piccoli (utensile spesso) si ottiene una deformazione maggiore del truciolo con compressione e strappo delle fibre che danno una superficie scadente. É più facile ottenere un buon risultato lavorando i legni duri che quelli teneri in quanto i primi richiedono meno lavoro di finitura. Vediamo nel dettaglio quali sono le proprietà meccaniche del legno.

Proprietà meccaniche del legno – è utile sapere che

flessibilità del legno

Il legno è molto flessibile, dato che è costituito da fasci di fibre di lignina, un materiale molto elastico e resistente. Il riscaldamento a vapore rende il legno molto più flessibile e la forma imposta è mantenuta in maniera stabile dopo un adeguato essiccamento.
Flessibilità del legno: la resistenza a flessione del legno è elevata ed è maggiore quanto più gli anelli di accrescimento sono disposti nella stessa direzione dello sforzo di flessione. Per una trave di solaio, per esempio, devono essere verticali. Se la disposizione è ortogonale, la resistenza scende all’86%.

Proprietà meccaniche del legno

 meccanica del legno
  1. Tessitura del legno e fibratura: la tessitura definisce la distribuzione degli elementi cellulari del legno, può essere fine, media e grossa. La fibratura è la direzione delle fibre lungo l’asse longitudinale del legno: dritta, inclinata, intrecciata, ondulata, irregolare.
  2. Lavorabilità del legno: è la capacità generica del legno di lasciarsi lavorare con utensili manuali ed elettrici. è massima nella direzione delle fibre, minima nel senso trasversale a esse. La possiamo distinguere in alta, media, bassa.
  3. Densità del legno: è il peso specifico, si misura in kg/m3 su legname stagionato fino a ottenere un contenuto di umidità del 12-15%. A parità di essiccamento la densità è relativa alla porosità del legno, ovvero alla sua compattezza.
  4. Durezza del legno: è indice della resistenza che un legno oppone alla penetrazione di un punzone. Viene calcolata dall’impronta che il punzone lascia dopo una pressione meccanica o da quella di una sfera metallica caduta da un’altezza prestabilita.
  5. Essiccabilità del legno o ritiro: è dovuta alla perdita d’acqua contenuta nell’albero al momento del taglio, inizia quando l’umidità delle fibre scende al disotto del 30% del suo peso secco, cioè comincia a perdersi “l’acqua di saturazione” assorbita.
  6. Durevolezza del legno: il legno vivo si autoprotegge dagli attacchi parassitari, ma una volta tagliato diventa preda di insetti e funghi. Alcuni tipi di legno rimangono impregnati delle sostanze repellenti prodotte dall’albero e sono più durevoli.

Fendibilità del legno a chiodi e viti

fendibilità legno

La fendibilità è l’attitudine del legno a spaccarsi nel senso delle fibre quando è sottoposto alla penetrazione di un cuneo. I legni più adatti allo spacco sono quelli a fibra lunga e senza nodi come l’abete di prima qualità, l’ontano e il castagno. La fendibilità entra in gioco quando si tratta di avvitare o inchiodare tra loro due pezzi di legno e, in questi casi, è poco apprezzata. La pressione esercitata dai filetti può generare screpolature, per cui è meglio eseguire fori per il passaggio delle viti che non sollecitino il legno.

Come viene utilizzata una fresatrice?

Vi aiuta a portare a termine il lavoro in modo rapido ed efficiente.

Dalla scelta del giusto utensile, a una chiara spiegazione di come utilizzarlo.💥💥💥



Come viene utilizzata una fresatrice?

Una fresatrice è un utensile da taglio a rotazione ad alta velocità. Per lo più è utilizzata per tagliare scanalature, creare motivi ornamentali lungo i bordi di legno o per scavare delle aree. Le punte per fresatrici sono disponibili in varie forme e misure, a seconda della durezza del legno o altri materiali da tagliare e del tipo di taglio desiderato.

Come utilizzare una fresatrice per legno?

Le fresatrici per legno hanno una perfetta ergonomia e tutta la potenza necessaria per i lavori di fai da te come taglio di fessure e scanalature, modellatura, taglio obliquo, creazione di profili e taglio decorativo. L'impostazione di una fresatrice per legno per un lavoro di fai da te può richiedere un po' di pratica in più. Dai un'occhiata al nostro video per scoprire maggiori informazioni sull'utilizzo di una fresatrice per legno.

Quale punta per fresatrice utilizzare per il lavoro ?

   1) Le punte per fresatrice dritte effettuano tagli fino in fondo al materiale per formare una scanalatura o uno zoccolo o per scavare un'area per una serratura incassata o un intarsio.

  2) Le punte per scanalature producono un taglio dritto verticale e orizzontale e sono progettate specificamente per tagliare una scanalatura (tacca) sul bordo di un materiale.


  3) Le punte da smussatura producono un taglio obliquo angolato. Le punte per fresatrice da smussatura sono a volte utilizzate per decorare il bordo di un materiale e possono anche essere utilizzate in falegnameria per creare bordi obliqui per costruzioni a più lati.


  4) Le punte per la modellatura dei bordi sono solitamente utilizzate per intagliare un bordo decorativo nel materiale.






Il migliore legno per tornitura comprende le essenze più dure con venature in forte evidenza,


Parlando di legno per tornitura compatto si intende quello privo di nodi, in quanto, se è vero che questi impreziosiscono un lavoro di scultura, sono pericolosi nei lavori di tornitura. Questi infatti variano la durezza del legno e l’utensile trova un ostacolo nel taglio che, addirittura, può farlo saltar via con conseguenze meccaniche imprevedibili, lasciando nel pezzo di lavorazione una cavità non ben riempibili.

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Legno per tornitura – Duro o tenero

I legni, ai fini delle lavorazioni industriali, si classificano in duri, teneri e resinosi. Per le lavorazioni al tornio è bene scegliere i legni duri, e se la durezza è misurata in senso normale alle fibre può variare da 0,5 a 6 kg/mm2; fra questi sono da preferire: pesco, mogano, rovere, castagno, noce, frassino, acero, ciliegio, faggio, olivo, bosso, ecc. 
L’operazione più importante da eseguire al tornio per legno è la sagomatura mentre quella più artistica è il mettere in risalto le fibre del legno, che, tranne pochi, tutti hanno più o meno marcate. Quindi la scelta del legno deve essere fatta dando la preferenza a quello che ha le fibre di colore contrastanti in modo da essere maggiormente evidenziate con la tornitura.
Il legno per la lavorazione longitudinale deve essere disposto fra punta e contro-punta con venatura parallela all’asse della macchina mentre per le lavorazioni trasversali, la direzione delle fibre può essere sia longitudinale che trasversale.


Legno per tornitura al naturale

Il legno tornito in genere non va colorato o laccato perché la sua caratteristica consiste nell’esaltare le venature e le relative sfumature di colore; quindi dopo l’operazione di finitura esso si lascia al naturale o al massimo si ricopre con vernici trasparenti, mat lucide
Nell’acquisto del legno occorre scegliere quello asciuttosenza nodi, senza fessure longitudinali e fenditure trasversalievitare il legno con tronco curvato o con cuore decentrato perché ciò può originare, col tempo, deformazioni. Infine scartare i legni che presentano malattie quali  putrefazione, corrosione e tarlo.  



Olivo

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Fornisce legname a essenza dura e compatta. Di colore giallognolo, venato di righe più scure, è  profumato. Molto pregiato in ebanisteria, per intarsiare, costruire mobili e torneria.


legno per tornitura



Acero

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L’acero fornisce legname di buona compattezza, ma non molto resistente all’umidità.
Trattato e lucidato, assume una colorazione lattiginosa, rigata di delicate venature rosa. Le maggiori applicazioni sono gli intarsi nei mobili di lusso, le impiallacciature e l’ebanisteria.


legno per tornitura
 

Betulla

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La betulla di fibra tenera, ma può essere lavorato con successo al tornio legno e il suo colore
rosa chiaro, venato di marroncino, si presta alla produzione di pannelli in compensato.



Frassino

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Si presta particolarmente ad essere lavorato. È di colore madreperlaceo 
venato confibra molto tenace. Oggi il frassino è usato soprattutto per mobili, rivestimenti e arredamenti rustici.

legno per tornitura

Olmo

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Fornisce legname duro e pregiato; la fibra è grossolana e tenace, compatta ed elastica. 
Resiste notevolmente all’umidità. Ha un colore marrone chiaro, venato di linee rossicce;
trova largo spazio nei lavori di torneria, mobili e arredamenti rustici. 





Ciliegio

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Di media durezza, compatto, di colore rosso bruno venato. Si deforma
facilmente e tende a tarlarsi. Il ciliegio viene spesso usato nei lavori di ebanisteria
e nella costruzione di mobili.

legno per tornitura


Legno per tornitura – La durezza degli esotici

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Nei lavori di tornitura legno sono da preferirsi i legni duri perché quelli teneri tendono a sgretolarsi durante l’azione dell’utensile, specialmente negli spigoli vivi. Con il legno duro, inoltre, si può lavorare a velocità più bassa. Spiccano per la loro durezza i 
legni esotici che, per questo, vengono ritenuti i più pregiati.


Questo splendido vaso in legno africano, dove il contrasto è dato dal legno
esterno ed interno del tronco, ha un diametro di 114 mm ed è alto 165 mm.

La prova della biglia

Quanto è duro il legno che abbiamo a portata di mano? Possiamo verificare la durezza di un’essenza, in confronto ad altre, facendo cadere, su un pezzo di scarto, una 
biglia d’acciaio da un’altezza prestabilita; più il segno lasciato è profondo meno il legno è duro. 

Lamellare autocostruito

Possiamo realizzare in proprio un pezzo del prezioso lamellare assemblando
tavolette di legno di essenze diverse scelte con cura (A) in modo che i colori
diano un insieme armonico e di effetto (B). Prima di mettere il grezzo al tornio
da legno si dà al pezzo una base ottagonale (C); il risultato finale (D) è un bel vaso.


L’incollaggio richiede una certa cura sia nella scelta dell’adesivo vinilico, sia nella
pressatura. Gli spigoli del pezzo, una volta essiccato, devono essere smussati
prima di iniziare a tornire il legno.


Sotto l’azione dell’utensile il pezzo composito si comporta come e meglio
del massello.



TORNIO PER LEGNO

TORNIO PER LEGNO PROFESSIONALE: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE😊😊😊

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A cosa serve il tornio per legno

Il tornio per la lavorazione del legno è un macchinario in grado di attivare la rotazione di un pezzo di legno a una velocità variabile attraverso un sistema di pulegge.
Durante questo processo di rotazione, contro il legno viene spinto un utensile affilato (bedano, sgorbia, scalpello) che elimina il materiale in eccesso, modellando così il pezzo. Questo, per la sola lavorazione della parte laterale, si può fissare alle estremità fra una punta e una contropunta (la cosiddetta lavorazione longitudinale o in barra).
Viceversa si può montare a sbalzo sul tornio così da lavorare sia il fianco che l’estremità libera (in questo caso si parla di lavorazione trasversale o in lastra, ossia con il pezzo sostenuto da una sola estremità).
La combinazione tra il modo con cui l’operatore maneggia l’utensile, le velocità del tornio e la realizzazione rapida di forme molto elaborate conferiscono ai pezzi lavorati un fascino unico.
La lavorazione al tornio inoltre è l’unico modo per realizzare in modo pratico determinati oggetti a superficie curva o dall’aspetto particolare.


Cosa si può fare con un tornio per legno

Il tornio per legno consente principalmente due tipi di lavorazione: longitudinale e trasversale.
La lavorazione longitudinale è in grado di produrre manufatti di forma sostanzialmente cilindrica, con profilo dalle forme più svariate (elementi per ringhiere, gambe per tavoli e per sedie, barre, pilastrini per scale, manici per molti tipi di attrezzi, ecc.).
La lavorazione trasversale invece serve per produrre oggetti dalla forma rotonda, come piatti, ciotole, bacinelle, basi per lampade, tazze, portauova, vasi e via dicendo.
Con un tornio professionale per legno, oltre a realizzare qualsiasi tipo di manufatto in legno, puoi eseguire quella che nel settore è chiamata “tiratura dei metalli“, ossia la creazione di forme cave (brocche, vasi, ecc.) o svasature, a partire da lastre rotonde e piane o da oggetti semilavorati di metallo tenero, come l’ottone o il rame.
Se hai intenzione di cimentarti anche in questo tipo di lavorazione, dovrai procurarti un tornio munito di punta smussata, dal momento che esso servirà non a tagliare, ma solamente a spingere. Ecco perché questo macchinario è anche detto “tornio da formatura“.


Le tipologie di tornio per legno

Il tornio è formato da un bancale su cui sono installati i suoi elementi fondamentali: la torretta con motore e forchetta di trascinamento, la torretta con la contropunta e il poggia-utensili.
Un tornio per legno professionale quindi è costituito da una base (appoggiata ad esempio su un banco da lavoro), ma può anche essere provvisto di gambe proprie.
Sulla base è installato un motore elettrico che, grazie a un sistema di pulegge intercambiabili, consente il movimento del mandrino (testa motrice).
Sul mandrino poi è inserita una forchetta di trascinamento, formata da una sorta di tridente che, conficcandosi nel legno, permette al pezzo di ruotare. Sempre sul mandrino è possibile montare una piastra (chiamata platorello) che serve per la tornitura trasversale.


La base inoltre è provvista di due strutture scorrevoli:
  1. il poggia-utensili, utilissimo per appoggiare scalpelli e sgorbie;
  2. la contropunta, che serve per trattenere e sorreggere il pezzo, ma gli permette di ruotare.
La contropunta a sua volta è formata da un’estremità lievemente arrotondata che ha la funzione di trattenere la parte terminale del pezzo durante il processo di lavorazione longitudinale.
Esistono tuttavia diversi tipi di tornio per legno. Vediamo insieme quelli più diffusi:
  • Tornio per legno con trapano a colonna: ha una struttura verticale, molto simile a quella di un comune trapano e spesso è utilizzato dagli amanti del fai-da-te.
  • Tornio per legno con variatore: è un tornio di tipo professionale provvisto sia di variatore elettronico di velocità sia di distanza. Il variatore di velocità è particolarmente utile perché consente di modificare la velocità di rotazione gradualmente.
  • Tornio per legno con torretta: è un tipo di tornio simile a quello utilizzato per la tornitura di metalli ed è anche provvisto di copiatore.
  • Tornio per legno con testa girevole: è lo strumento ideale per chi vuol fare un po’ di tutto con il legno e può addirittura montare un copiatore. Questo tornio è destinato alla piccola falegnameria, poiché con un solo macchinario puoi avere a disposizione tutte le funzioni di lavorazione. Questa tipologia di tornio è scelta dagli hobbisti per le sue buone doti di robustezza e stabilità.
  • Tornio per legno con mandrino: rappresenta il modello di tornio tradizionaleche consente la lavorazione del materiale a mano libera (non è provvisto di copiatore);
  • Tornio per legno con copiatore: è un tornio che funziona con una contro sagoma dove scorre la guida e permette di lavorare l’utensile (tra i modelli più utilizzati dai professionisti della falegnameria).

Quanto può costare un tornio per legno?

In commercio esistono essenzialmente due tipi di torni per legno: da banco e stazionari.
I torni da banco sono quelli più economici e ovviamente meno stabili di quelli stazionari. Questi ultimi invece sono i più costosi e sono perfetti per qualunque lavorazione, anche la più complicata.
Pertanto, come accade per molti altri macchinari, anche il tornio per legno può avere un costo assai variabile in base ai modelli scelti e agli usi da destinare, professionali o hobbistici.
Se parliamo di un’attrezzatura utile per il fai-da-te, i prezzi si aggirano intorno ai 200 euro o poco più, costi che si riducono ulteriormente rivolgendoti al mercato dell’usato.
Nel caso di torni per legno professionali, invece, la situazione cambia notevolmente. Per quelli più piccoli, da banco, potresti riuscire a trovare delle buone occasioni anche a meno di 300 Euro ma, se la tua intenzione è di acquistare un macchinario per la tua ditta, la somma da investire potrebbe essere considerevole.
In questo caso, infatti, si parla di cifre che possono variare da poche migliaia di euro fino a toccare quote ben più alte. Diciamo però che, per un buon tornio professionale, la somma da spendere varia dai 600 euro alle migliaia di euro per le marche e i modelli più affidabili.